SOLAR è la newsletter per chi vuole capire cosa conta davvero per affrontare la crisi climatica. Io sono Anna Violato, giornalista ambientale di RADAR, e ogni due settimane vi parlo di un modo in cui possiamo già ridurre le nostre emissioni di gas serra.
In questa newsletter, ogni due settimane raccontiamo di un modo per ridurre le emissioni globali di gas serra o - più in generale - di affrontare il cambiamento climatico. Di crisi climatica come problema, infatti, si parla ormai molto, e per fortuna. È il momento giusto quindi per capire meglio quali soluzioni abbiamo davvero oggi a portata di mano: perché non tutte quelle che vengono presentate come soluzioni sono realistiche, o sono davvero soluzioni.
Sui giornali di solito troviamo articoli che raccontano problemi: parlare di soluzioni a volte viene derubricato come un approccio buonista o, nel peggiore dei casi, come una marchetta a qualche azienda pagante. In realtà negli ultimi anni il giornalismo delle soluzioni, o solution journalism, si sta ritagliando una sua nicchia, in particolare nel mondo anglosassone. E la comunità di giornalisti che sposa anche questo approccio sta crescendo. (Su RADAR lo facciamo da tempo, anche se non come unico approccio.)
Qualche settimana fa sono stata al primo Solution Journalism Summit a livello europeo, organizzato a Praga dalla no-profit Transitions. Con poco meno di un centinaio di giornalistə da tutta Europa, abbiamo discusso di come si raccontano soluzioni in modo rigoroso e onesto. Si è parlato molto di crisi climatica: sono tante le persone che fanno informazione che non nascondono di voler iniziare a concentrarsi sulle soluzioni anche per ridurre il senso di ansia e di disperazione davanti a studi sempre più chiari, a impatti sempre più forti del cambiamento climatico.
Un primo problema è come valutare quali soluzioni funzionano davvero o meno. Il mondo della ricerca e quello dei giornali viaggiano a due velocità diverse; avere studi indipendenti e dati accurati sulle potenzialità di una soluzione di tagliare le emissioni in modo rilevante richiede tempo. Ma chi fa informazione spesso vuole raccontare la novità prima che lo faccia qualcun altro (o ne ha la necessità, a causa di un ambiente lavorativo precario). Aspettare e valutare in base a studi indipendenti però è fondamentale per non bombardare chi legge con una sequela di cure miracolose (che siano queste per il cancro o per la crisi climatica).
La sfida di capire cosa funziona davvero è particolarmente difficile quando si parla di soluzioni applicate a livello molto locale: se possiamo facilmente trovare dati che ci spiegano quante emissioni sono state tagliate dall’aumento del fotovoltaico in Italia (per esempio), è spesso difficile avere cifre che riguardano iniziative piccole e locali, anche se queste stanno cambiando in meglio la vita di chi quel luogo lo abita. In questi casi, è importante essere chiari e onesti con chi legge: raccontare quali dati abbiamo e quali no, quali sono i punti ancora da chiarire, quali aspetti della storia sono importanti oltre ai numeri. Magari un piccolo progetto locale di riforestazione non ha grandi possibilità di assorbire CO2 dall’atmosfera, ma ha migliorato la qualità della vita delle persone lì attorno: i benefici possono avere aspetti diversi.
Ma il rischio maggiore è di scadere nel greenwashing: c’è molta ricerca sulle soluzioni al cambiamento climatico finanziata dai grandi inquinatori, come pure molto lavoro di marketing per dare una patina di verde a pratiche che di sostenibile hanno ben poco. Chi fa giornalismo (in particolare, ma anche chi il giornalismo lo legge) deve fare attenzione non più a chi nega che ci sia bisogno di azione climatica, ma a chi dice di farla nascondendo pratiche dannose dietro qualche piccola buona azione.
Anche le soluzioni mancate o le false soluzioni, in ogni caso, sono a volte interessanti da raccontare e da leggere, perché ci insegnano qualcosa. Una soluzione mancata ci dovrebbe portare a chiederci: perché non ha funzionato? Cosa si poteva fare in modo diverso? A volte una buona idea non ha ancora trovato il contesto giusto per essere applicata.
Lontano dal buonismo, infatti, indagare le soluzioni serve a capire anche quali sono i loro limiti. Eolico e fotovoltaico sono fondamentali per affrancarci dai combustibili fossili, ma negarne i limiti e gli impatti negativi non sarebbe onesto nei confronti di chi legge (e non sarebbe buon giornalismo).
Come ho già scritto spesso in passato, il mantra da ripetersi è che non esistono soluzioni magiche, o un’unica soluzione a un problema così vasto come la crisi climatica. Come persone che fanno giornalismo, quello che possiamo fare è raccontare le tante risposte al problema, per capire se stanno funzionando e chi le sta portando avanti in modo più efficace. Come persone che il giornalismo lo leggono, quello che possiamo fare è continuare a tenere gli occhi aperti e a pretendere rigore e qualità.
Dove si leggono storie di soluzioni per il clima (e non)? Condivido con voi alcune testate che sono fonte di ispirazione.
Rubryka è un giornale ucraino che fa solution journalism (anche in inglese) nonostante la guerra in corso, e anzi a volte proprio a partire dalla guerra e dal suo impatto ambientale. In un articolo, per esempio, spiega possibili soluzioni all’inquinamento delle acque ucraine dopo la distruzione da parte della Russia della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka.
Su Slow News, l’inchiesta Heat-resilient cities indaga gli effetti del caldo estremo su Milano e le soluzioni che la città sta cercando di mettere in campo per gestire il problema: le soluzioni non mancherebbero, ma spesso rimangono solo sulla carta.
Reasons to be Cheerful e Positive News sono due testate interamente dedicate ad articoli sulle soluzioni. Ensia e Grist, invece, sono due giornali online che non solo hanno adottato l’approccio del solution journalism, ma si occupano solo di temi ambientali.
Anche i grandi giornali internazionali negli ultimi anni hanno iniziato ad occuparsene: il Washington Post ha lanciato qualche anno fa una sezione Climate Solutions, e appena a inizio ottobre il New York Times ha annunciato la nuova serie The Climate Fix all’interno sua newsletter Climate Forward.
Quale problema legato al clima ti colpisce, e vorresti vedere una soluzione? Scrivilo nei commenti.
Appuntamenti:
Sabato 19 ottobre alle 9.30 sarò alla Climate Arena, la conferenza di giornalismo sul clima di Arena for Journalism in Europe (quest’anno a Bologna), a moderare un panel sul giornalismo delle soluzioni, a cui partecipano anche i miei colleghi di RADAR Marta Frigerio e Gianluca Liva. Vediamoci per un caffè!
SOLAR è una newsletter di RADAR Magazine. È curata da Anna Violato, giornalista ambientale e divulgatrice scientifica, che ha il brutto vizio di tenere sempre i badge di tutte le conferenze a cui va (parecchie).
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