Alla ricerca di una banca climate friendly
Una giornalista statunitense racconta come ha trovato una banca che non faccia investimenti in combustibili fossili.
SOLAR è la newsletter per chi vuole capire cosa conta davvero per affrontare la crisi climatica. Io sono Anna Violato, giornalista ambientale di RADAR, e ogni due settimane vi parlo di un modo in cui possiamo già ridurre le nostre emissioni di gas serra. Questa settimana SOLAR ospita un articolo dalla testata statunitense Yale Climate Connections su un legame inaspettato: quello tra il nostro conto in banca e l’azione per il clima.
Alla ricerca di una banca climate friendly
Quando ho saputo che la mia banca avrebbe potuto investire il mio denaro in combustibili fossili, ho cercato un'alternativa.
Sono cresciuta con l'idea che quando si avevano dei soldi in più li si metteva sotto il letto, li si nascondeva in un libro oppure, se ce n'erano abbastanza, li si metteva in un conto deposito in banca. Non mi era mai venuto in mente che il mio conto in banca potesse contribuire alla crisi climatica, finché non ho scoperto che - dall'adozione dell'accordo di Parigi nel 2015 - sessanta tra le più grandi banche del mondo hanno investito 5,5 trilioni di dollari nell'industria dei combustibili fossili. E per farlo usano i nostri soldi.
Quando depositiamo le nostre buste paga, il denaro non rimane lì. In genere, gli istituti bancari utilizzano il nostro denaro per investimenti e prestiti ad altri individui e imprese, comprese le società di combustibili fossili. Mi sono quindi resa conto che avrei potuto contribuire a combattere il cambiamento climatico rimuovendo il mio denaro dalle banche che investono in combustibili fossili. E potevo usare le mie competenze di giornalista per capire dove tenere i miei soldi.
Una cosa che ho imparato durante la mia ricerca: non era strano che io non sapessi che la mia banca poteva usare i miei soldi per investimenti in combustibili fossili. “Lavoravo nei servizi finanziari e non sapevo nemmeno io dove andassero a finire i miei soldi”, ha detto Yejide Olutosin, direttrice della Business Climate Finance Initiative di Impact Experience, un'organizzazione statunitense che lavora con le aziende per valutare la loro impronta di carbonio e trovare modi per ridurla. “Immaginate una persona qualunque, alle prese con le faccende di tutti i giorni, la famiglia e le scadenze. Non ha il tempo [di occuparsi anche di questo]”.
Esistono banche attente al cambiamento climatico?
Le banche più note investono ancora trilioni di dollari in società legate ai combustibili fossili. Ma numerose banche più piccole, legate alle comunità locali, e alcune banche online, compaiono nelle liste di istituti bancari attenti al cambiamento climatico, come questo elenco creato dagli attivisti per il clima di bank.green (in cui compaiono anche banche attive in Italia, ndr).
Un'altra risorsa è Bank for Good, che elenca le banche e le cooperative di credito che si sono impegnate a non fare affari con l'industria dei combustibili fossili. Potete aggiungere filtri alla lista in base alle vostre esigenze e trovare informazioni sul perché le opzioni suggerite sono considerate climate friendly.
Se non vedete la vostra banca nell'elenco, il sito offre un esempio di lettera che potete inviare alla vostra banca per chiedere se investe in combustibili fossili. Se alla fine spostate il vostro denaro in una banca più ecologica, potete anche inviare al vostro istituto bancario originario una lettera o un'email per spiegare il motivo del vostro disinvestimento (per esempio usando il template creato dal gruppo attivista 350.org).
E le cooperative di credito locali?
Potreste anche scegliere di conservare il vostro denaro in una banca o in una cooperativa di credito locale. È meno probabile che questi istituti investano denaro in società che utilizzano combustibili fossili; spesso, nei loro programmi di investimento e di prestito, si concentrano maggiormente sulla comunità.
Yejide Olutosin, della Business Climate Finance Initiative, lavora con le aziende per trovare opzioni di finanziamento rispettose del clima che si concentrino su giustizia, equità, diversità e inclusione. Anche lei ha deciso di fare scelte diverse in quanto a banche e investimenti. “Mi sono resa conto che alcune delle aziende in cui investivo qualche anno fa sostengono anche le carceri private, cosa che per me è inaccettabile”, ha detto. “Non approvo il modello di business e le implicazioni sociali delle carceri private negli Stati Uniti”.
Olutosin è anche una grande sostenitrice delle banche locali, che secondo lei spesso offrono tassi di interesse competitivi. “Se domani doveste scegliere un'altra banca, il vostro conto di risparmio non diminuirebbe”, ha detto Olutosin. “Ma spostando il denaro in una banca che lavora nella vostra comunità, avrete anche la sicurezza di dire ‘OK, una parte di ciò che deposito in questo istituto riflette la mia morale e i miei valori’”.
Olutosin racconta che le istituzioni finanziarie basate sulla comunità offrono spesso anche servizi come seminari di alfabetizzazione finanziaria e indicazioni su come acquistare una casa, una questione di giustizia sociale in sé. “Quando si pensa alle banche tradizionali, bisogna avere una relazione prima di poter chiedere un mutuo o una linea di credito. Ma cosa succede se non si è bancabili?”, spiega Olutosin, riferendosi ai circa 5,9 milioni di famiglie statunitensi senza un libretto di risparmio o un conto corrente.
“E se volete avviare un'attività nella vostra comunità locale? Quali sono le opzioni? Questo è un altro ambito in cui le istituzioni finanziarie a gestione comunitaria sono vantaggiose”. Olutosin afferma che le cooperative di credito e le banche locali sono più propense, rispetto agli istituti più grandi, ad avere una certa flessibilità sui requisiti necessari per offrire prestiti per la casa e per le imprese ai singoli.
Le comunità emarginate e le minoranze sono colpite in modo sproporzionato da fenomeni meteorologici estremi. Per questo è ancora più importante sostenere queste istituzioni locali e comunitarie, spiega Olutosin. “Se la mia casa viene spazzata via dall’innalzamento del livello del mare, non avrò nessun posto dove andare”, dice. “E se non sono finanziabile, come faccio a ottenere un altro mutuo per poter andare a vivere da un'altra parte?”. È importante non considerare l'azione per il clima come un'azione a sé stante, ma piuttosto come un'azione che combatte molte forme di disuguaglianza.
Come sono passata a una banca climate friendly
I miei risparmi erano in una grande banca tradizionale, che aveva fatto vaghe promesse di abbandonare gli investimenti nei combustibili fossili. Ma è ancora tra i primi sessanta investitori in combustibili fossili al mondo, secondo bank.green. Grazie alle mie ricerche, ho trovato la Climate First Bank e ho deciso di aprire un nuovo conto.
Ero nervosa all'idea di ritirare i miei soldi da una banca tradizionale per metterli in una che non avevo mai sentito nominare prima. Ma sapere che la Climate First Bank è assicurata dalla FDIC mi ha tranquillizzato. (Quando una banca è assicurata FDIC, significa che almeno 250.000 dollari sono al sicuro anche se la banca fallisce).
La Climate First Bank ha sede in Florida e non ha filiali al di fuori dello Stato. Non volevo pagare una commissione per prelevare contanti, ma nella pagina della banca che elencava gli sportelli bancomat affiliati ho visto un paio di punti vicino a casa mia. Ho compilato la domanda per un conto bancario e ho ricevuto subito una risposta da una persona in carne e ossa, che ha organizzato una videochiamata con me per esaminare la mia domanda. Parlare con una persona che lavora lì mi ha rassicurato sul trasferimento del conto.
Poche settimane dopo aver aperto un conto corrente, ho organizzato un'intervista con Ken LaRoe, fondatore e amministratore delegato della Climate First Bank. Quando ci siamo collegati su Zoom, LaRoe indossava una maglietta nera con la scritta arcobaleno “Don't Say DeSantis”.
LaRoe mi ha detto di aver fondato e gestito altre due banche prima di aprire la Climate First Bank nel 2021. La prima era una banca come tante. Ma qualcosa è cambiato dopo aver letto il libro Let My People Go Surfing di Yvon Chouinard, fondatore dell'azienda di abbigliamento e di attrezzature outdoor Patagonia.
“Ho pensato: ‘Oddio, devo fare qualcosa che dia un contributo alla società, e non che faccia solo guadagnare un mucchio di soldi a un piccolo gruppo di persone’”, racconta LaRoe. Questa è stata la genesi della First Green Bank, fondata nel 2009 per promuovere la responsabilità ambientale e la bioedilizia. Ma quando nel 2018 ha venduto la First Green Bank, la banca che l'ha acquisita non ha portato avanti questa missione ambientale. “Mi si è spezzato il cuore”, spiega LaRoe. “Ogni mattina mi alzavo e mi dicevo: 'Aprirò un'altra banca'. E ogni sera: ‘No, non posso. Sono troppo vecchio, non ce la faccio’”.
Nel 2021, LaRoe ha deciso di aprire la Climate First Bank, che offre a privati e aziende opzioni di prestito sostenibili, per esempio per installare impianti solari sul tetto e colonnine di ricarica per veicoli elettrici, ma anche per acquistare crediti di carbonio. La banca collabora con We Are Neutral, un'organizzazione no-profit con sede in Florida che aiuta le aziende a ridurre la loro impronta ecologica, e fa anche parte della rete 1% for the Planet, i cui membri si impegnano a donare almeno l'1% delle loro vendite annuali a gruppi ambientalisti. Le filiali della banca sono costruite secondo criteri di sostenibilità ambientale.
LaRoe spiega che la banca ha clienti in 48 Stati degli USA e due altri paesi; ha superato i 460 milioni di dollari di attività nel settembre 2023. Secondo LaRoe, la banca presta circa 6 milioni di dollari al mese in prestiti per impianti solari residenziali.
Quindi, invece di usare i soldi del mio conto corrente per far crescere le aziende di combustibili fossili, ora li uso per aiutare a mettere i pannelli solari sulle case.
Ogni passo conta
Una cosa che ho imparato nell'ultimo anno è che ambire alla perfezione non porta molto lontano. Si finisce per essere sopraffatti. Un modo migliore di affrontare la lotta al cambiamento climatico è fare un passo alla volta, sapendo che ogni passo conta. Quindi, se non avete il tempo o la capacità di disinvestire completamente da una banca che investe in combustibili fossili, va bene così. So che non tutto quello che faccio è perfetto, ma so che mi sto muovendo nella giusta direzione, e questo è sufficiente.
Questo articolo di Yale Climate Connections è stato pubblicato grazie al progetto di collaborazione giornalistica internazionale Covering Climate Now. Traduzione a cura della redazione di RADAR.
SOLAR è una newsletter di RADAR Magazine. È curata da Anna Violato, giornalista ambientale e divulgatrice scientifica, che ha un conto in un istituto di credito etico.
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