Elezioni europee, la guida ai programmi dei partiti sul clima
Alle europee del 2019, solo il 54% degli italiani ha votato: ed è un problema
SOLAR è la newsletter per chi vuole capire cosa conta davvero per affrontare la crisi climatica. Io sono Anna Violato, giornalista ambientale di RADAR, e ogni due settimane vi parlo di un modo in cui possiamo già ridurre le nostre emissioni di gas serra.
Secondo la maggior parte degli esperti di clima, l’azione più importante per combattere il cambiamento climatico è votare. È il risultato di una ricerca condotta dal Guardian intervistando più di 350 esperti di clima tra quelli che hanno lavorato ai rapporti dell’IPCC (il più importante gruppo di ricerca internazionale sul cambiamento climatico).
Il 76% degli scienziati ha indicato il voto come la singola azione individuale più potente: votare candidati che si impegnano ad attuare misure urgenti ed efficaci contro il cambiamento climatico è un modo per amplificare il proprio impegno. Secondo Bill Collins, Professore di Chimica dell’Atmosfera all’Università di Reading (e nel gruppo di scienziati intervistati), “la ragione dietro la mancanza di azioni [contro il cambiamento climatico] deriva dal nervosismo della classe politica. Ma i sondaggi suggeriscono che i votanti siano in realtà più convinti dei politici della necessità di agire in modo forte per il clima”.
Anche in Italia sembra essere così: nel 2023, gli italiani e le italiane hanno messo il cambiamento climatico al terzo posto tra i “problemi più gravi che il mondo deve affrontare”, dopo la situazione economica e i conflitti armati. E in Italia 8 persone su 10 pensano che la crisi climatica sia un problema “estremamente serio”; anche di più che nel resto d’Europa (in cui lo pensano 7 persone su 10: comunque molte).
Il negazionismo climatico fa molto rumore, ma fa bene ricordarci che in realtà nel nostro paese il sostegno alle azioni contro la crisi climatica è molto alto. Quasi il 90% degli italiani intervistati pensa che dovrebbero esserci più fondi per le energie rinnovabili a discapito dei combustibili fossili, e l’86% vede nella transizione ecologica uno stimolo per l’innovazione e per rendere più competitive le aziende europee. Ancora: l’82% pensa che sia più economico affrontare oggi i costi della transizione verde rispetto a riparare i danni che il cambiamento climatico causerà in futuro. Sono tutti dati che posizionano gli italiani e le italiane sopra la media europea, in quanto a consapevolezza e volontà di agire contro la crisi climatica.
Se guardassimo solo alle politiche dei principali partiti italiani, però potremmo pensare che i cittadini non siano particolarmente interessati. Nonostante il largo consenso popolare per l’azione climatica, infatti, questo tema non si riflette molto nelle politiche attuate dai nostri attuali rappresentanti.
Ma cosa dicono in merito i programmi dei partiti per le prossime elezioni europee in cui siamo chiamati a votare, l’8 e 9 giugno? Per rispondere a questa domanda, l’Italian Climate Network, una ONLUS che si occupa di educazione e advocacy per il clima, ha elaborato un Indice di impegno climatico. È una valutazione basata sui programmi presentati dai partiti politici per le elezioni europee del 2024, che sono stati analizzati in base a dieci criteri: ambizione, centralità, distrazioni, equità e disuguaglianza, fuoriuscita dai fossili, inattivismo, investimenti pubblici, negazionismo, quadro internazionale, settorialità. Il gruppo di persone che ha condotto la valutazione è composto da esperti ed esperte di cambiamenti climatici, di economia, energia e altre discipline.
La valutazione mette sul podio i programmi di Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Alle ultime posizioni, Forza Italia, Lega e Libertà. Tutti i programmi analizzati, se non altro, ricevono buoni punteggi nella categoria Negazionismo: nei programmi, cioè, si trovano pochissime posizioni esplicitamente negazioniste del cambiamento climatico.

Questa valutazione è figlia di quello che c’è scritto nei programmi. Ma se volessimo andare a vedere come effettivamente hanno finora votato i rappresentanti dei diversi schieramenti durante il loro mandato nel Parlamento Europeo?
Lo European Environmental Bureau, un network di organizzazioni ambientali della società civile (che conta 180 membri in 40 paesi) ha elaborato un suo scoreboard che traccia i voti dei rappresentanti di ogni partito tra il 2019 e il 2024. I voti analizzati riguardano in particolare le votazioni su 30 norme europee in cui entravano in gioco temi come la transizione giusta, il rispetto della natura, la riduzione dell’inquinamento e l’economia circolare.
Per l’Italia, i punteggi in effetti ricalcano più o meno la valutazione dei programmi dei partiti.

Il tool dell’EEB permette anche di consultare i “punteggi” dei gruppi politici europei: quelli in cui convergono i partiti nazionali, creando gruppi uniti dall’affiliazione politica. Al momento i gruppi politici europei sono 7. Al loro interno si possono trovare partiti che sul clima hanno posizioni anche molto diverse: nel gruppo della Sinistra Unitaria Europea (GUE/NGL), per esempio, si trovano i verdissimi irlandesi Independent for change (che nello scoreboard ottengono 98 punti) ma anche il Partito Comunista di Boemia e Moravia (con soli 29 punti).

Da quando votiamo alle elezioni europee, l’affluenza alle urne è calata quasi in modo costante. Nel 2019, poco più di metà delle persone che ne avevano diritto ha votato. Eppure i dibattiti e le deliberazioni che avvengono a Bruxelles hanno un grosso peso sulle politiche di tutta l’Unione.
Votare richiede prese di posizione complesse: è difficile, anzi improbabile, trovare rappresentanti politici che rispecchiano completamente le nostre idee. Ma come sappiamo dalla crisi climatica, problemi complessi richiedono soluzioni complesse. Una parte della soluzione è anche capire chi sono le persone che votiamo, e fare pressione perché portino avanti politiche per affrontare il cambiamento climatico. Non dimentichiamo che la maggior parte degli italiani e delle italiane si dice favorevole all’azione per il clima: ma finché questa posizione rimane solo nella risposta a un sondaggio, le azioni di larga scala continueranno a farsi attendere.

Che cosa ti ferma (o ti ha fermato in passato) dall’andare a votare? Pensi che voterai in queste elezioni europee? Raccontalo nei commenti.
Leggi anche:
Come si vota alle elezioni europee (Il Post)
EU election 2024: What the manifestos say on energy and climate change (Carbon Brief)
SOLAR è una newsletter di RADAR Magazine. È curata da Anna Violato, giornalista ambientale e divulgatrice scientifica, che ora si metterà a cercare la sua tessera elettorale (e voi, sapete dov’è?).
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