Le rinnovabili si stanno diffondendo più velocemente di quanto pensiamo
Per capirlo, dobbiamo guardare oltre il nostro orticello
SOLAR è la newsletter per chi vuole capire cosa conta davvero per affrontare la crisi climatica. Io sono Anna Violato, giornalista ambientale di RADAR, e ogni due settimane vi parlo di un modo in cui possiamo già ridurre le nostre emissioni di gas serra.
Nel suo bestseller Factfulness. Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo. E perché le cose vanno meglio di come pensiamo, il medico e statistico Hans Rosling racconta un esperimento che ha testato su persone di paesi diversi, studenti e leader mondiali, accademici e… scimpanzè. L’esperimento consiste in un test di 13 domande a risposta multipla, tra cui “Qual è l’aspettativa di vita media nel mondo oggi?” e “Nei paesi a basso reddito, quante bambine finiscono le scuole elementari?” (potete farlo anche voi qui). Le domande sondano quanto ne sappiamo sul mondo in termini di salute, popolazione, povertà. Rosling racconta che l’umano medio risponde a queste domande peggio di quanto farebbe uno scimpanzè (che rispondendo a caso ci prenderebbe nel 33% dei casi). Il problema sta nei bias con cui guardiamo il mondo, che ci portano a vedere - o ricordare - di più dati e storie negative, a trascurare i cambiamenti lenti ma costanti. E anche a considerare come ferme nel tempo statistiche e informazioni che ormai sono superate.
Penso spesso a Factfulness quando mi capita di leggere dati sulle energie rinnovabili. Quando parliamo di rinnovabili - e in particolare di fotovoltaico - la semplice velocità con cui sta cambiando il panorama mondiale rende difficile avere una visione realistica del settore. Se poi guardiamo solo al nostro orticello, all’Italia, rischiamo di considerare come la norma una situazione che non rispecchia davvero quella globale.
Il World Energy Outlook 2023, uscito la settimana scorsa, è un corposo rapporto di circa 400 pagine che fa il punto sul sistema energetico globale. Lo pubblica ogni anno l’International Energy Agency (IEA), un ente internazionale fondato dall’OCSE dopo le crisi petrolifere degli anni ‘70. La IEA pubblica una grande quantità di report sul mondo dell’energia, ma il World Energy Outlook è considerato il più completo e importante.
Tra le previsioni più importanti del rapporto c’è quella che il picco di richiesta di combustibili fossili sia vicino. Ma soprattutto, come mette in evidenza il direttore dell’IEA Fatih Birol, che “la diffusione delle energie pulite si sta muovendo più velocemente di quanto molte persone si rendano conto. E può e deve essere ancora più veloce per raggiungere i nostri obiettivi comuni in materia di energia e clima”.
Le rinnovabili stanno prendendo piede più velocemente di quanto pensiamo. La stessa International Energy Agency è stata negli scorsi anni fin troppo cauta nelle sue previsioni sulle crescita delle rinnovabili, che anno dopo anno si sono dimostrate sottostimate.
Ma vediamo qualche dato. Dalla firma dell’Accordo di Parigi nel 2015 a oggi, è stato installato quasi un terawatt di capacità solare fotovoltaica, quasi equivalente alla capacità elettrica totale installata nell’Unione Europea. Circa il 40% di questo sviluppo è avvenuto nel 2021 e 2022. Oltre la metà delle auto elettriche che oggi sono in circolazione nel mondo sono state vendute a partire dal 2021: se nel 2020 si vendeva un’auto elettrica su 25, oggi siamo a una su cinque. In poco più di dieci anni, i costi delle tecnologie pulite (solare fotovoltaico, eolico, pompe di calore e batterie) sono diminuiti di quasi l’80%. Negli ultimi dieci anni la produzione di energia solare è decuplicata: secondo l’IEA, questa tendenza continuerà.
Il mondo delle rinnovabili e dei sistemi che le impiegano sta cambiando velocemente. Ma, come emerge dal rapporto, alcuni paesi stanno sfruttando quest’onda meglio di altri. I paesi che producono pannelli fotovoltaici, per esempio, sono principalmente cinque. Il primo lo indoviniamo facilmente: è la Cina, che da sola ha l’80% della capacità produttiva mondiale. Ma se dovessimo mettere gli altri paesi in un test à la Factfulness, in quanti risponderemmo bene? Per la risposta rimaniamo in Asia: gli altri quattro paesi sono il Vietnam (5% del mercato globale), l’India (3%), la Malesia (3%) e la Thailandia (2%).
Gli altri cinque principali produttori di energia solare - Stati Uniti, Corea, Cambogia, Turchia e Taiwan - rappresentano ciascuno circa l'1% del totale globale, così come l'Unione Europea.
L’elettrificazione - cioè la sostituzione di mezzi e impianti che usano combustibili fossili con alternative elettriche - sembra procedere più veloce lontano da casa nostra, nei cosiddetti mercati emergenti dei paesi a basso e medio reddito. In questi paesi infatti, secondo l’IEA, la diffusione delle rinnovabili è accompagnata da quella di veicoli elettrici, forni e fornelli elettrici, attrezzature agricole e industriali elettriche.
In India, per esempio, oltre la metà dei veicoli a tre ruote venduti sono ora elettrici. In Sudafrica l'elettricità soddisfa l’80% della domanda residenziale di energia per cucinare. A Taiwan, gli scooter elettrici con batterie di scambio sono usati da mezzo milione di persone ogni giorno. La transizione non è priva di conflitti, contraddizioni e problemi. Proprio in Sudafrica, un paese ancora largamente dipendente dal carbone, la rete elettrica nazionale non è in grado di sostenere i consumi e il paese è soggetto a continui blackout. La richiesta crescente di nickel per i veicoli elettrici sta trasformando alcune regioni dell’Indonesia, in cui i morti e i feriti in incidenti minerari sono in aumento.
Questi numeri inoltre non significano che la nostra dipendenza dai combustibili fossili sia acqua passata. Oggi gli investimenti in petrolio e gas sono quasi il doppio di quelli necessari per raggiungere la neutralità climatica nel 2050 (obiettivo che secondo l’IEA ci manterrebbe entro il limite di 1,5 °C, anche se sembra sempre più improbabile che riusciremo a mantenere l’innalzamento delle temperature globali entro questo limite).
Guardiamo al paese che più di ogni altro sta influenzando le tendenze globali del settore energetico: la Cina. La Cina è il più grande utilizzatore al mondo di tecnologie energetiche pulite. Nel 2022 nella sola Cina sono state vendute il 60% delle auto elettriche globali, che hanno già raggiunto una quota di mercato del 29% (in Italia siamo intorno al 4%). Le nuove installazioni di impianti rinnovabili stanno avanzando così rapidamente che la Cina è sulla buona strada per superare l’obiettivo di 1200 GW di capacità solare ed eolica nel 2030, con cinque anni di anticipo rispetto al previsto. Ma oggi la Cina è anche di gran lunga il più grande produttore e consumatore di carbone e un grande consumatore di petrolio e gas, il che la rende il più grande emettitore di CO2 al mondo, con un terzo del totale globale. La maggior parte delle sue emissioni derivano dall'uso del carbone nella produzione di elettricità e nell'industria.
Le rinnovabili e i sistemi che sfruttano energia pulita si stanno diffondendo a velocità sorprendente, è vero: ma se l’uso di combustibili fossili non scenderà, non sarà comunque sufficiente per evitare che le temperature globali crescano ancora.
Ci sono più pannelli solari nella tua zona? Il tuo quartiere si è riempito di scooter elettrici? Raccontaci i cambiamenti che hai visto anche nel tuo orticello.
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SOLAR è una newsletter di RADAR Magazine. È curata da Anna Violato, giornalista ambientale e divulgatrice scientifica, a cui piacciono moltissimo i panorami con turbine eoliche. Sarà che ricordano i mulini a vento.
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