Se faccio il pieno, le emissioni sono colpa mia o delle compagnie petrolifere?
Le affermazioni di un manager Exxon ci mostrano come nasce la disinformazione sul clima
SOLAR è la newsletter per chi vuole capire cosa conta davvero per affrontare la crisi climatica. Io sono Anna Violato, giornalista ambientale di RADAR, e ogni due settimane vi parlo di un modo in cui possiamo già ridurre le nostre emissioni di gas serra.
Le emissioni di CO2 che derivano dalle nostre auto, caldaie e altri dispositivi che bruciano combustibili fossili sono colpa nostra o delle compagnie di petrolio e gas? Questa settimana SOLAR ospita un articolo dalla testata statunitense Grist che ci dà una prospettiva su come le narrative che guidano questo dibattito siano state - e siano ancora - pesantemente influenzate dalle compagnie che finora hanno guadagnato di più a discapito del clima globale.
L’amministratore delegato di Exxon dice che le sue emissioni sono colpa tua: ecco perché
Gli azionisti attivisti vogliono che l’azienda tagli la sua principale fonte di emissioni: per Exxon, è un rischio troppo grosso
di Kate Yoder
Quando fai il pieno di benzina e vai a lavorare in macchina, le emissioni di CO2 che ne derivano sono colpa tua? O la colpa è della compagnia petrolifera che ha fornito il carburante?
Darren Woods, amministratore delegato di Exxon Mobil, la più grande compagnia petrolifera quotata in borsa al mondo, ha una risposta chiara. In una rara intervista rilasciata ai media a inizio marzo, Woods ha affermato che il mondo non è ancora sulla buona strada per azzerare le emissioni di carbonio per colpa di un “segreto inconfessabile”: che è semplicemente troppo costoso. Dicendo questo, ha implicitamente addossato la responsabilità delle emissioni derivate da petrolio e gas ai clienti della sua azienda. “Le persone che generano le emissioni devono essere consapevoli e pagare il prezzo di tali emissioni”, ha dichiarato durante il podcast Leadership Next di Fortune. “È così che si risolve il problema”.
Le emissioni in questione, create quando petrolio e gas vengono bruciati, rappresentano tra l'80 e il 95% delle emissioni mondiali associate alle compagnie petrolifere. Nel gergo degli esperti di energia, queste emissioni sono note come “Scope 3”: un ambito che include le emissioni indirette, che si generano per esempio quando i prodotti di un’azienda vengono usati.
Tre anni fa, sotto la pressione di gruppi di azionisti attivisti (cioè investitori che fanno pressione su un’azienda attraverso il controllo di quote azionarie), la Exxon ha rivelato per la prima volta, a malincuore, l’entità delle proprie emissioni Scope 3. L’azienda ha stimato che i prodotti venduti nel 2019 hanno generato 730 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Per fare un confronto, si tratta dell’11% di quanto emesso dagli interi Stati Uniti in quell’anno.
Grandi emissioni hanno grandi conseguenze. Le ricerche della Union of Concerned Scientists (un’associazione no profit di scienziati e cittadini) hanno evidenziato come le emissioni dirette e indirette dei produttori di combustibili fossili siano all’origine dell’acidificazione degli oceani, dell’aumento delle temperature globali e degli incendi negli Stati Uniti occidentali.
Gruppi di azionisti attivisti hanno chiesto alle compagnie petrolifere di ridurre le emissioni Scope 3, ma la Exxon preferisce concentrarsi sulle emissioni dirette provenienti dalle piattaforme petrolifere e dalle centrali elettriche (che rientrano nel cosiddetto Scope 1) e sul carburante o l’elettricità acquistati per far funzionare macchinari o alimentare gli uffici (Scope 2). A gennaio, la Exxon ha citato in giudizio due di questi gruppi di investitori per le risoluzioni che hanno presentato per chiedere una riduzione più rapida delle emissioni, sostenendo che le ripetute richieste rappresentano un abuso del sistema di proposte degli azionisti. Si tratta di una mossa aggressiva che alcuni esperti considerano un segno del fatto che la Exxon vuole zittire le discussioni sulla responsabilità per l’intera portata delle sue emissioni.
Secondo Laura Peterson, analista della Union of Concerned Scientists, questo tema è molto sentito nei consigli di amministrazione delle compagnie petrolifere. “È chiaro che la considerano una minaccia”, ha detto Peterson. “Poiché le loro emissioni sono molto elevate, penso che sappiano che non saranno in grado di evitarle attraverso la cattura del carbonio, come sostengono i loro piani di transizione climatica, e che ciò li esporrà a controversie legali. E quindi stanno cercando di bloccare [le discussioni su questo tema]”.
Le compagnie petrolifere cercano da tempo di scaricare la responsabilità delle emissioni di anidride carbonica. Uno studio del 2021, che ha esaminato i promemoria, gli studi e le pubblicità della Exxon nell’ultimo mezzo secolo, ha scoperto che il gigante petrolifero ha usato la retorica per spostare la responsabilità del cambiamento climatico sulla gente comune, i suoi clienti. Nelle comunicazioni pubbliche, l’azienda si è concentrata sui “consumatori” e sulla “domanda”, puntando implicitamente il dito su altri. La BP ha utilizzato una strategia simile, rendendo popolare l’idea di calcolare la propria “impronta di carbonio” personale nelle campagne di marketing dei primi anni 2000.
Exxon è una delle poche grandi compagnie petrolifere che finora non ha fissato alcun obiettivo di riduzione delle proprie emissioni Scope 3. Il consiglio di amministrazione della società ha sostenuto che, per le aziende, adottare questi obiettivi causerebbe “conseguenze collaterali significative per la società”. Darren Woods, amministratore delegato di Exxon, ha affermato che l’attuale modo per calcolare le emissioni Scope 3 incoraggia un comportamento scorretto da parte delle aziende e costringe i consumatori a rivolgersi a fonti energetiche sporche, come il carbone. “È come dire che aggiungere le informazioni sulle calorie nei menu dei ristoranti spingere la gente ad abbuffarsi di cibo spazzatura”, ha commentato Laura Peterson.
Mentre molti paesi si muovono per regolamentare le emissioni Scope 3, le aziende fanno pressioni per fermarli. Alla fine di febbraio, Reuters ha riferito che la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti stava valutando se eliminare il requisito che obbliga le aziende a rivelare queste emissioni dalla sua proposta di regole sul rischio climatico per le società. In questo modo la responsabilità di queste emissioni ricadrebbe sui clienti. Ma la California si sta muovendo in una direzione diversa, adottando l’anno scorso una legge che alla fine obbligherà le grandi aziende che operano nello Stato a rendere note le loro emissioni Scope 3, compresi i giganti aziendali come Exxon.
Naturalmente, è difficile stabilire con esattezza di chi sia la responsabilità delle emissioni che hanno portato alla crisi climatica: Big Oil? I governi? I paesi ricchi? I miliardari? Le persone normali? È una combinazione di tutti questi elementi. Le compagnie petrolifere sostengono che si tratta di un problema di “domanda”: finché le persone guidano le auto, e quindi richiedono combustibili fossili, loro devono continuare a produrre gas.
Un rapporto del 2022 dell’IPCC (il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), tuttavia, ha concluso che quello che la gente chiede sono “servizi”, non specificamente combustibili fossili. Infatti, il gruppo di esperti ha constatato che le persone potrebbero vivere comodamente con molti meno combustibili fossili. Le soluzioni “dal lato della domanda”, che portano cambiamenti nel modo in cui vengono costruiti gli edifici, nel modo in cui le persone si spostano e in quello in cui mangiano, hanno il potenziale per ridurre le emissioni di una percentuale tra il 40 e il 70% in tutti i settori entro il 2050.
I gruppi attivi per il clima sostengono che le compagnie petrolifere, con la loro storia di diffusione di disinformazione e di tentativi di bloccare le politiche di abbandono dei combustibili fossili, sono in gran parte responsabili del cambiamento climatico. Negli Stati Uniti, circa 30 cause intentate da città, Stati e tribù indigene cercano di ritenere la Exxon e altre compagnie di combustibili fossili responsabili di aver ingannato il pubblico sui danni derivanti dall’uso dei loro prodotti. E nel resto del mondo sono state intentate decine di cause simili.
“[Le compagnie petrolifere] sono responsabili di molti danni al clima e di aver ingannato l’opinione pubblica in passato, il che ha portato ad altri danni”, afferma Laura Peterson. “E ora stanno praticamente dicendo che non dovrebbero dire quante sono le loro emissioni indirette, perché non sono rilevanti per il loro business”.
Non sorprende che l’amministratore delegato della Exxon voglia soprassedere sulle responsabilità storiche dell’azienda. “È successo 30 anni fa”, ha detto Darren Woods a Fortune a inizio marzo. “Oggi il mondo è andato avanti. La comprensione di questa sfida è andata avanti. Penso che il punto di partenza sia: come possiamo contribuire a una soluzione e non discutere del passato?”.
Questo articolo di Grist è stato pubblicato grazie al progetto di collaborazione giornalistica internazionale Covering Climate Now. Traduzione a cura della redazione di RADAR.
SOLAR è una newsletter di RADAR Magazine. È curata da Anna Violato, giornalista ambientale e divulgatrice scientifica.
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