Non sono vegetariano ma non compro più carne. La mangio solo se ospite di altre persone. Una svolta interessante in una dieta a prevalenza vegetale sono i cibi fermentati, che sto sperimentando da un po'. In molti casi si possono facilmente autoprodurre in modo casalingo con alcune accortezze, e oltre ad apportare molti benefici a livello di macrobiota intestinale aggiungono quel tocco di umami alla dieta che arricchisce il palato e fa sentire meno la mancanza della carne.
Grazie per il commento, Francesco. Io ho iniziato da qualche anno a integrare il miso nelle ricette (zuppe e salse, principalmente), tu con quali cibi fermentati stai sperimentando? Sono curiosa soprattutto di quelli che si possono autoprodurre!
Le più semplici sono le verdure fermentate in salamoia, sia che si preparino con la loro acqua di vegetazione (cipolle, cavolo cappuccio, ad esempio) sia che si prepari una salamoia a parte nella quale poi immergerle. Rispettando delle piccole accortezze sono un prodotto molto sicuro perché l'acidità sviluppata dai batteri impedisce la proliferazione di muffe o la produzione della tossina botulinica. Al riguardo io mi attengo alle dosi di sale consigliate da Il fermentalista, un biologo che si è dato alla produzione di alimenti fermentati e alla divulgazione sul tema. Lui è proprio matematico, altri sono più approssimativi. Gli step successivi sarebbero l'autoproduzione di miso, tempeh, salse di legumi come la salsa di soia... niente affatto impossibili, ma che necessitano di una coltura di funghi di partenza da acquistare. il blog di I'm in fermentation e francesca foraging su IG sono altre due ottime fonti secondo me ;)
Sarebbe interessante immaginare delle forme di regolamentazione che limitino la produzione di carne (e quindi il consumo). Sono vegetariano da un paio d'anni, ma ritengo che senza iniziative che ricadano su tutta la società si possa fare ben poco.
Io sono tendenzialmente vegetariana (ancora mangio le uova) ma occasionalmente consumo pesce, solo se sono in alcuni ristoranti che non hanno alternative, quindi immagino di corrispondere più al profilo di flexitariana ma non mi importa molto di classificarmi. Mi importa molto di più di fare la mia parte per ridurre inquinamento ed emissioni di carbonio. Non è stato un grande sacrificio cambiare alimebtazione, al giorno d'oggi le alternative vegetali sono tante e molto diffuse (peccato che molti ristoranti ancora ignorino il fenomeno e non lo assecondino quindi a volte mangiare fuori, se non si vive in Umbria o in Toscana, dove i legumi sono disponibili in qualunque ristorante, è difficile)
Non sono vegetariano ma non compro più carne. La mangio solo se ospite di altre persone. Una svolta interessante in una dieta a prevalenza vegetale sono i cibi fermentati, che sto sperimentando da un po'. In molti casi si possono facilmente autoprodurre in modo casalingo con alcune accortezze, e oltre ad apportare molti benefici a livello di macrobiota intestinale aggiungono quel tocco di umami alla dieta che arricchisce il palato e fa sentire meno la mancanza della carne.
Grazie per il commento, Francesco. Io ho iniziato da qualche anno a integrare il miso nelle ricette (zuppe e salse, principalmente), tu con quali cibi fermentati stai sperimentando? Sono curiosa soprattutto di quelli che si possono autoprodurre!
Le più semplici sono le verdure fermentate in salamoia, sia che si preparino con la loro acqua di vegetazione (cipolle, cavolo cappuccio, ad esempio) sia che si prepari una salamoia a parte nella quale poi immergerle. Rispettando delle piccole accortezze sono un prodotto molto sicuro perché l'acidità sviluppata dai batteri impedisce la proliferazione di muffe o la produzione della tossina botulinica. Al riguardo io mi attengo alle dosi di sale consigliate da Il fermentalista, un biologo che si è dato alla produzione di alimenti fermentati e alla divulgazione sul tema. Lui è proprio matematico, altri sono più approssimativi. Gli step successivi sarebbero l'autoproduzione di miso, tempeh, salse di legumi come la salsa di soia... niente affatto impossibili, ma che necessitano di una coltura di funghi di partenza da acquistare. il blog di I'm in fermentation e francesca foraging su IG sono altre due ottime fonti secondo me ;)
Sarebbe interessante immaginare delle forme di regolamentazione che limitino la produzione di carne (e quindi il consumo). Sono vegetariano da un paio d'anni, ma ritengo che senza iniziative che ricadano su tutta la società si possa fare ben poco.
Io sono tendenzialmente vegetariana (ancora mangio le uova) ma occasionalmente consumo pesce, solo se sono in alcuni ristoranti che non hanno alternative, quindi immagino di corrispondere più al profilo di flexitariana ma non mi importa molto di classificarmi. Mi importa molto di più di fare la mia parte per ridurre inquinamento ed emissioni di carbonio. Non è stato un grande sacrificio cambiare alimebtazione, al giorno d'oggi le alternative vegetali sono tante e molto diffuse (peccato che molti ristoranti ancora ignorino il fenomeno e non lo assecondino quindi a volte mangiare fuori, se non si vive in Umbria o in Toscana, dove i legumi sono disponibili in qualunque ristorante, è difficile)